Il laboratorio creativo che sto svolgendo è estremamente interessante e ha a che vedere con il futuro, la tecnologia, l’informatica. Un amico mi ha proposto una foto per farmi capire quanto sia possibile, con poche cose, trasformare la realtà e rendere le cose semplici e funzionali.
Spingersi con la mente nel futuro è fantastico, un esercizio cognitivo appassionante e capace di creare un grande valore. Crea opportunità per le persone e valore per le organizzazioni. La creazione di una visione futura è entusiasmante, motivante, utile e crea team performanti ed efficaci. Il disegno proposto sintetizza tutto questo. Una differenza tra il vecchio e il nuovo, tra il passato ed il futuro, tra il complicato e il semplice, tra l’entusiasmo e la malinconia… La malinconia…
E poi… le rane!
Le rane sono animali estremamente malinconici. Basta guardarle in faccia. Rimangono attaccate al loro passato, ripensano costantemente quello che hanno fatto, a come sono state alle cose belle che gli sono successe. “Si stava meglio quando si stava peggio…!” Le rane la pensano così. Le rane, come tutti gli altri animali, ad eccezione dell’essere umano, non riescono ad avere “memoria futura”. Non sono capaci di immaginare quello che avverrà, cosa gli accadrà, cosa potrà succedere.
Insomma, le rane non si preoccupano. O meglio, si preoccupano di mantenere la loro situazione, pensando al passato o tutt’al più al presente. Ma hanno dalla loro parte i ricordi, le fotografie, gli antichi successi. Il futuro è come il passato, niente cambierà perché niente sta succedendo. Per le rane c’è crisi. Perché? Perchè si stava meglio un tempo ed oggi tutto è più difficile. Poi i giovani. Loro non conoscono le cose importanti.
Ognuno di noi è un pò una rana. Quando siamo malinconici siamo un pò delle rane. Quando pensiamo che il passato sia meglio… “ai miei tempi sì che si stava bene, mica oggi…” Che sciocchezza! Ai nostri tempi si stava bene perchè eravamo più giovani, bella forza! Siamo come le rane. Malinconici. Ci preoccupiamo… talvolta ci preoccupiamo di fare in modo che nulla cambi davvero perchè pensiamo che la situazione non possa che peggiorare. Quando incontriamo una rana che pensa che il futuro potrebbe essere migliore allora ci innervosiamo. “Tutto va a rotoli e quello pensa che il futuro sarà migliore! Stolto! Non ha capito. Una volta andava bene, ma oggi no, e domani andrà peggio! C’è la crisi.” Così pensiamo talvolta.
Se non fosse una crisi? Se fosse che le cose cambiano come è nella natura delle cose? Che magari la nostra epoca è fatta di cambiamenti ancora più profondi e di trasformazioni ancora più significative e che noi dobbiamo essere pronti ad affrontarli? Se fosse che invece di essere malinconici e pensare al passato dovremmo usare la memoria del nostro futuro? Creare la nostra visione, la nostra profezia e poi iniziare a darci da fare per realizzarla, costi quello che costi! Potremmo immaginare come vivremo, che lavoro faremo, come giocheremo o cosa mangeremo, quali case abiteremo e come saranno fatte le nostre città?
Allora non saremmo più rane. Allora capiremo che intorno a noi tutto sta cambiando. Forse non sarà la rivoluzione ma di sicuro è l’evoluzione. Di sicuro nulla sarà più come prima, alla faccia della malinconia.
Le rane non si accorgono delle variazioni di temperatura troppo basse tanto quanto noi non ci accorgiamo dei cambiamenti di scenario troppo marginali. Se l’acqua nella quale si trovano cambia di un grado alla volta per loro non cambia nulla, proprio come per noi a volte è difficile cogliere i segnali deboli del cambiamento. Solo di fronte a grandi sbalzi di temperatura, le rane si accorgono della variazione e prendono provvedimenti. Se improvvisamente la temperatura dell’acqua cambia di 15 gradi se ne accorgono, ma se cambia di un grado alla volta, non è per loro rilevante. I centri nervosi di una rana funzionano così. Fintanto che le variazioni sono tollerabili non si corre rischi. Come per noi: se le cose cambiano un poco per volta ci abituiamo in fretta alla nuova condizione, sempre che non sia troppo grande il trauma della trasformazione.
Se una rana si trovasse in una pentola di acqua fredda e sotto la pentola venisse acceso il fuoco, la rana morirebbe bollita una volta che l’acqua arrivasse all’ebollizione. Senza accorgersene morirebbe bollita. Non c’è niente che aiuterebbe la rana a capire quello che succede, perchè per la rana nulla starebbe succedendo.
Quanti di noi sono rane? Quante aziende e organizzazioni sono vittima della malinconia e funzionano come rane? Beh, vi garantisco che sono tante. Quando glielo si dice: “guarda che tutto si sta trasformando velocemente, non è la crisi, si chiama cambiamento!” Loro ti rispondono: “è sempre stato così, abbiamo sempre fatto così e ha sempre funzionato! Ora cosa dovremmo cambiare? Basta stare più attenti e risparmiare un poco, tanto non cambierà nulla, a parte la crisi!”. Ecco, è allora che capisco che sono rane. Che sono malinconiche… e che stanno per bollire!
Immagina la vita che verrà, pensa che sarà una bella avventura, immagina come vorresti esserne protagonista e goditi il viaggio. . Non accettare di essere una anfibio, una rana. Lascia che siano gli altri a pensare che era meglio un tempo. Guarda in avanti e cerca la tua rivoluzione dall’interno. Prendi ogni trasformazione come un dono e permettiti di goderne la sorpresa. Crea la tua memoria futura. Così ciò che le rane chiamano crisi, assumerà la dimensione che merita.
Viceversa, buon bagno tra le bolle!


La malinconia delle rane
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